Non mollare.

19 novembre 2012 § 12 commenti

Sono dei giorni davvero molto strani.e devo sbrigarmi a scrivere prima di ripensarci.

la sensazione è di svegliarsi per poco tempo, sollevando a fatica la testa dal cuscino. per poi caderci di nuovo di faccia, annaspando. in alcuni casi soffocando.

il Piccolofioredicampo è tornato e non ho lasciato alcuno spazio al mio cervello di descrivermi quanto mi è mancata.

che tanto hanno parlato chiaramente. altre voci. molto più inequivocabili e infallibili di quelle cerebrali.

e quindi basta storie. non ho spazio. devo prendermi lo spazio, in qualunque forma esso sia. e disegnare fino a non poterne più.

e basta cadere in quella rete nebbiosa di sonno. non basta tutta la giornata a svegliarsi.

svegliarsi presto, uscirecamminaremuoversi. fare colazione. cucinare. disegnare disegnare disegnare fino a non poterne più.

neuroni allo sbando. senza rimedio.

e in questi giorni impazzisco dietro alla zuppa di miso. ma ne costruirò divagazioni più in là. intanto vellutata.

potendo scegliere. POTENDO SCEGLIERE.

voglio solo zuppa di miso e vellutate.

questa è una di quelle ricette che è troppo chiamarle così. zucca, aqua a coprire, latte di soia. sale zenzero pepe nero sesamo. curcuma. con questo tripudio d’arancio come può mancare la curcuma???

(per favore, chiunque intraveda queste folli righe, dedichi un istante all’idea di infilare curcuma in qualsiasi sostanza edibile. anche inalabile, why not.)

il procedimento consiste nel coprire la zucca con acqua e attendere che diventi  morbida. se la pentola lascia quei cinque centimetri di gioco è meglio. giusto per non ritrovarsi chiazze di spuma arancione on the piano cottura. aggiungere il latte di soia coprendo la zucca di un paio di centimetri. rende tutto più morbido e vellutato. aggiungendone di meno la vellutata sarà più densa obviously. frullare con l’amico minipimer. salare, pepare, curcumare. e aggiungere lo zenzero in polvere che in questa stagione. valanga di zenzero in tutte le sue forme.  incoppettare e servire. pioggia di sesamo se piace.

ho aggiunto dell’olio extravergine d’oliva a crudo. perché quest’olio l’avevo preso a Napoli. ora mi basta scrivere Napoli per pensare alla mia Fraulein J. e insieme all’olio avevo preso un pacco di pasta. e perché non l’avevo ancora usato eh???? presto riesumerò anche la pasta, oui.

sto raggiungendo lidi al di fuori della mia mente dai quali non vedo come potrei far ritorno.

fine delle trasmissioni!

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§ 12 risposte a Non mollare.

  • apity ha detto:

    Lo sai che ti voglio bene, vero?

  • comearia ha detto:

    Quegli ombromini. Le mani. Quante volte ho già scritto delle mani dei tuoi ombromini? E il piccolominuscolomicroscopico nucleo al centro. Come che galleggia. Sono bellissimi e inquietanti. Come piacciono amme.
    Vellutata di zucca. Sto mangiando zucca tutti i giorni. I miei aspettano che diventi arancione. Zenzero, ne uso a quintali. Che col dolce della zucca ci sta proprio divinamente. In alternativa faccio 1:2=funghi:zucca. Tanto pepe nero e cubetti di seitan tostato in padella sopra, alla fine. Gnammi.
    E la zucca al forno? Parliamo due secondi della zucca al forno con il rosmarino? Che, poi, si frulla pure quella, eh [non sempre, solo il 99,999999999% delle volte].

    Sto ignorando il titolo anche se in realtà no. Solo non so cosa dire se non che ultimamente è un non mollare unico, in tutte le direzioni, in ogni pensiero. What the hell is happening, i don’t know.

    Ti voglio bene kuroko.
    Vi voglio bene.

    • le mani degli ombromini. quanto mi piace disegnarle. e riguardarmele. vorrei che le mie mani fossero simili alle loro e invece niente. giusto se guizza un nervo mentre schiaccio i tasti o calco troppo su un foglio. il che accade spesso. quel pallino involontario. mi si è rotta una penna e ha lasciato quella traccia. l’ho guardato un po’ pensando che quella stupida penna aveva macchiato il foglio oltre a non essere utilizzabile.
      zucca. voglio diventare arancione a tutti i costi! poi diventerò verde con il broccolo romano. ma ora devo assicurarmi che ci sia almeno mezzo chilo di zucca in frigo. e non c’è ora. questo mi manda ai matti. poi ci penso: quante cose potrei farci con la zucca!!! risultato: litri di vellutate. e sorriso ebete sulla faccia. (e pensa tu se il forno funzionava. avrei costretto anche i passanti a mangiare zucca.)

      l’ho scritto e ho pensato: ma che cazzo di titolo è??? mò lo cambio.
      invece non l’ho cambiato. perché non si può evitare di indirizzarlo a se stessi quando lo si legge. e ho pensato anche. poi A. lo legge.
      eppoi ho smesso di pensare. anche se ti pensavo lo stesso.
      davvero, se qualcuno capisce cosa succede. almeno lasci un suggerimento.

      non è una serata easy. e non è una serata vuota, per niente.

      ti voglio bene A.

      • comearia ha detto:

        [insomma c’è dell’acqua che tenta di sgorgare dai miei occhi ma che è, mica mi chiamo fontana o cascata o sorgente. lasciamolo fra parentesi che non vede nessuno. il mondo sta impazzendo e noi con lui. o noi stiamo impazzendo e il mondo con noi. che poi, il mondo esiste perché noi lo percepiamo, quindi magari esiste anche solo per come noi lo percepiamo. e magari lui è normale, siamo noi che lo percepiamo matto. e. ma te lo immagini un campo di zucche? non c’entra nulla, ma in questo momento vorrei solo un campo verde di zucche arancioni da fotografare.]

      • a me sgorga una risata sfiatata. e fammi aprire le parentesi va [le frasi che hai scritto, praticamente è tutto plausibile. insomma, potrei dire che ogni cosa sta accadendo ora, in ogni maniera in cui l’hai scritta. e il punto mica lo so qual è. mica so come devo comportarmi. adeguarmi al cambiamento indirizzandolo, o muovere io stessa il cambiamento, insieme a tutti coloro che lo percepiscono. ecco queste due frasi pure potrebbero essere equivalenti. intanto devo tenere presente che. cambiamento. è una parola che non devo dimenticare perché è il centro di tutto il bordello cosmico in cui il singolo è stravolto. o il bordello del singolo. che incontra un sacco di altri singoli nel bordello e alla fine ne esce un putiferio mondiale. universale. ti prego dimmi che hai trovato un campo verde di zucche arancioni che sennò non ne esco. ma ci pensi!?!? un campo verde di zucche arancioni! è una visione superba solo nella mia testa. non riesco a immaginare come possa esserlo dal vivo.]

  • Wish aka Max ha detto:

    Ho un suggerimento per la vellutata. Aggiungi una cipolla a pezzetti. Circa una cipolla media ogni 500-600g di zucca.
    E se al posto dell’acqua usi il brodo vegetale diventa uno spettacolo.

    • siiiiiiii! la cipolla non era in casa. ecco. mi sono dimenticata. ho usato lo scalogno e non l’ho scritto -_________-
      e non so se c’era il dado uffa. non conosco tutti i meandri diquelcassettopensile. però il brodo vegetale ci stava tutto.

  • Wish aka Max ha detto:

    Sugli ombromini. E in particolare sull’equilibrio, sul Tao degli stessi.
    Nel primo disegno c’è un equilibrio “naturale”, l’astro bianco e quello nero sono posti in equilibrio “pesato”. Cioè quello più lontano è più piccolo e quello più vicino è più grande, il peso è la distanza dal baricentro dell’ombromino. E quindi la funzione risultante dalla moltiplicazione della distanza per la dimensione dell’astro è costante.

    Nel secondo invece non c’è una relazione matematica precisa. Ma l’equilibrio c’è ugualmente. Ed è l’ombromino stesso che compensa, racchiudendo l’astro nero a protezione ma al tempo stesso ad espanderlo per equilibrare la preponderanza dell’astro bianco. E sembra come se quella postura fosse mirata a trasmettere all’astro nero l’energia presa dalla terra con gli arti inferiori.

    Non mi stanco di guardarli. Li adoro, in tutte le loro forme. Mi ricordano tanto i manichini di Guttuso, finalmente ci sono arrivato, erano settimane che avevo questa cosa nel dietro del cervello e non riuscivo a tirarla fuori.

    • ho sgranato gli occhi, sono sicura.
      ti vorrei eleggere come critico. come dire. se riuscissi a produrre qualcosa ci vorrebbe la tua interpretazione a fronte. micacazzi.
      non riesco a spiegarlo quanto è interessante. perché si sovrappone l’immagine che mi torna indietro a quella che mentre disegnavo prendeva forma. con tutte gli errori o le deviazioni del momento. e il risultato è un moltiplicarsi di immagini. o una proliferazione. come se un solo disegno acquisisse una poliedricità incontrollabile. (ma come sto a parlà aiutoooo)
      mhhhhhh non ce li ho presente i manichini di Guttuso. ma che ti salta in mente de fà ‘sti paragoni io mica lo so.

      • Wish aka Max ha detto:

        E te credo che nun cellai presenti… perché so’ de De Chirico! Scusa, ciònacertaetà… ma intendevo De Chirico.

      • mi sono venuti in mente quelli infatti X))))
        no aspetta sta cosa è strana. ho cercato Guttuso perché non ce l’avevo presente. ma ho pensato che tu intendessi Ettore e Andromaca di De Chirico. e li ho pure cercati su gugol per rinfrescamme la memoria.
        e insomma pure se non puntualizzavi avevo capito.

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