Just stare.
6 giugno 2014 § 6 commenti
In realtà è proprio ciò che dovrei limitare.stare e fissare.
alla lunga forse riuscirò a dimenticare fino all’ultimo pezzo di soggettività. diventerò una macchina da presa, che prende le immagini, le cattura e le incamera, le mischia, le confonde e butta fuori cose che a malapena possono riallacciarsi alla loro origine.
un trasformatore di immagini.
privo di obiettivi, libero dai significati e dalle metafore. solo un esecutore di un processo troppo logico e incomprensibile. ma non mi interessa capire o spiegare le cose Belle. rovina l’atmosfera e ciò che aggiunge è solo un peso. altre parole da incamerare che poi chissà dove finiscono.
non mi spiegate i romanzi i film i quadri le poesie le canzoni.
a volte voglio solo emozionarmi e passare le notti insonni a domandarmi perché.
passavo le giornate a farmi domande, le scrivevo riempiendo fogli.
non ho molta voglia di avere risposte adesso. non avrei più molto senso. e le risposte che mi ritrovo non mi soddisfano mai. sembrano smorzare anche il brivido della ricerca.
Questa è una specie di dichiarazione in risposta a “cosa vuoi fare da grande?”
(quanto ho detestato e detesto le domande di questo tipo? quanto ho detestato e detesto le domande cortesi e tutto ciò che ha un punto interrogativo esternato contro di me, a cui non posso sottrarmi perché “ehi, era solo una domanda” ?)
Alla fine mi piacerebbe recuperare pezzi di cose che continuano a premere contro la mia barriera mentale e metterle insieme e non capirci niente, non riuscire a metterle insieme come un bravo puzzle ordinato e impanicarmi, dubitando di me stessa sempre più gravemente.
purché riesca a non fermarmi mai.
(e non ci riesco. per questo scrivo cose tortuose invece di puntare la sveglia e seppellirmi nel letto.)
passare le giornate a farsi le domande è una sana occupazione.Io preferisco le persone che si fanno domande a quelle che sanno solo le risposte. Con questo non voglio dire che il mio idolo era Mike Bongiorno…
mike bongiorno le faceva agli altri, dev’essere quella la differenza.
le risposte cominciano ad irritarmi. prima o poi quando chiederò l’ora non mi andrà più bene la risposta classica. il mio desiderio sarà che l’interlocutore mi proponga di riflettere insieme sulla luce, sulla posizione del sole o delle stelle per orientarmi nel tempo.
poi smetterei di fare domande agli altri per risparmiare tempo.
(mi sa che ho saltato le fasi e sto già evitando di fare domande ad altri generici perché mi annoiano le risposte classiche. e per risparmiare tempo perché sono pigra.)
questi pensieri mi stanno confondendo *_*
ma tu chiedi ancora l’ora? Giorni fa riflettevo sul fatto che nei programmi di inglese dovranno smetterla di insegnare frasi tipo: “what time is it”
non la chiedo mai. e neanche la guardo. poi di notte devo evitare di posare gli occhi su qualsiasi cosa possa suggerire l’ora. incredibile quanti orologini e timer ci sono in questa casa
Eccolo!
è tornato! *_*