Un anno. il primo.
13 dicembre 2012 § 27 commenti
In breve.
che a ben pensarci il primo post è stato davvero meravigliosamente breve.
e dannatamente intricato. ma sennò poi si capiva quello che volevo dire. emmica se pò fa.
il primo post quando l’esaltazione mi pervadeva fino alla punta dei capelli. lunghi. gialli.
dopo essere capitata in mezzo alla tormenta del countdown natalizio più frenetico e luccicante. che era nulla rispetto a ciò che ho scoperto e continuo a scoprire giorno dopo giorno, tra queste pagine.
per cui mi limito con temuta banalità a dire semplicemente.
grazie Iaia.
che se quella notte che si perde nel dicembre scorso non incrociavo il post del bento con l’uovo coniglioso io mica stavo qui a.
preferire il silenzio perché tanto con Max ci si incontra per altri canali. e con Pani quelle che sarebbero solo visioni diventano realtà tangibili, appena fuori dalla finestra. e trovarsi di fronte alla forza di Apity che mi butta per terra ad ogni parole che leggo. e cercare Comearia in tutte le pieghe tra le virgole e in ogni suo silenzio. e l’abbraccio che continuo ad immaginare, a Rimini. magari faccio pure la conoscenza di Piopio.
e i mondi tra le pagine. mondi grigio fumo, mondi neri per scelta o per imposizione, mondi profumati ed evanescenti, mondi punteggiati di stelle, mondi fluttuanti d’immagini e lettere, mondi colorati giocando con la parola scritta.
e le Tombole per Anziani diamine. in cui la concentrazione di follia fa sì che mi vada in circuito completo il cervello. così ci si imbatte in persone che ti presentano proprio quello che senza accorgertene avevi condannato a marcire in qualche angolo lasciato vacante dall’ultimo neurone dipartito. ma certe cose si vedono solo al buio. e il cervello acceso mi acceca da sempre. quindi si deve spegnere, punto.
e mentre l’anno scorso, con un piede nel giorno prima e uno nel giorno dopo, continuavo a rileggermi domandandomi quanto avrei retto, quale parola andava meglio, quale tema avrei fatto meglio a scegliere. quest’anno non c’è spazio per la rilettura. solo piccoli aggiustamenti. come quando si finisce di fare l’albero di Natale e si mette una pallina storta.
solamente, grazie.
a chi si è affacciato alle tribune vuote e ha visto un palcoscenico dove una cretina delirava da sola. è a pensato di sedersi per un po’ e godersi lo spettacolo.
Comearia è di Rimini? O.o
Comunque che onore essere citata da te!
tu e Luci siete di Rimini. vi vengo a cercare prima o poi, sappilo.
(onore??? non scherziamo X)))) )
Ma allora auguri! ♥ Bentosamente auguri!
X)))) grazie
Ricorderò per sempre questo dicembre, così emotivamente denso, pieno. E’ un susseguirsi di emozioni incredibili, indicibili. L’ho già scritto e riscritto: quando, all’incirca un anno fa, ho deciso di entrare in quella cucina meravigliosa là, non avrei mai immaginato che intorno a quel tavolo avrei incontrato qualcuno PER DAVVERO. Eppure è successo e oggi mi ritrovo immensamente più ricca. Perché è ricchezza quella che portate ogni giorno nella mia vita voi tutti. Grazie Kuroko carissima per questo tuo spazio così bello e vero, grazie per il dono grandissimo che mi hai fatto, grazie per esserci. E sì, sarà bellissimo quell’abbraccio, quando avverrà,a Rimini o in chissà quale altro luogo. Perché sarà solo il proseguimento di un abbraccio già iniziato da un po’ e che prosegue, ogni giorno.
quando sono entrata in quella cucina mi ha stupito proprio il fatto che mi sembrava ci fosse la possibilità di incontrare qualcuno sul serio. roba che non ti capita neanche nel “mondoreale”. di iniziare un legame che più di altri si serve delle parole ma non è minimamente vincolato da quelle. anzi, il legame si stringe su un altro piano e quando ci si incontra di persona è proprio la prosecuzione di un incontro. non mi viene un’altra parola.
grazie Luci, tantissimo.
un anno? Sei qui dalla santa lucia scorsa?
proprio!!!
uh! Che bello. TI ha portato santa lucia
ecco cosa è successo. se mi guardo bene intorno dovrebbe avermi portato insieme ai dolcetti *-*
e al carbone?
ah quello di certo. per questo mi vesto sempre di nero probabilmente.
uff! Anche tu? Cos’è questa mania di vestirsi di nero…
ci sono momenti in cui vario. mi ci impegno pure. per esempio la maglietta che ho ora è grigia. under the pile nero però. scalda di più. è davvero dilagante eh.
una nota di colore? Una sciarpetta, variegata, no?
quello si. le sciarpe non sono mai nere. vabbè un paio ci sono ma uso quella rossa di più. quella viola. anche quelle due azzurre. pure una verde. le sciarpe sono la nota stonata. o l’unica intonata? macheneso
potresti iniziare a sfumare, indossare qualche capo blu marine che assomiglia tanto al nero ma nero non è.
ho qualche exploit. jeans chiari. pantaloni verdi. camicie bianche. e riesco riesco. ora no però. sarà l’inverno? ho uno smodato desiderio di riempire l’armadio di nero.
l’armadio è già nero di suo. Se io penso all’interno di un armadio penso al buio, allo scuro.
armadio traballante dell’ikea. chiarissimo. instabilissimo.
ma dentro è buio per forza.
quando è chiuso. oppure no? non è che fa come il frigorifero?
eppure penso che resti buio. mi piace infilarmi negli armadi e li ho sempre visti chiui
quando è chiuso si. oppure no? non è che si prende gioco di noi come il frigorifero?
eppure mi piace chiudermi negli armadi quando c’è spazio. ma quando chiudevo le ante erano sempre bui.
E un onore sì, santapizzettaarrostita [pizza arrostita, perché? sorvoliamo.]
Un anno. Io sono arrivata tardi, ma ho letto tutto, spingendomi sempre più indietro, come a intrufolarsi in una casa, passo dopo passo, porta dopo porta. Perché a me questo posto piace. Mi piace davvero. Mi piaci tu, con la tua testolina bionda e i tuoi occhi viola [avrai sempre gli occhi viola per me, sappilo]. E quando mi trasferisco a Modena ci vediamo sì, che sono un po’ più vicina. [ma qui io son la nordica? fatemi capire un po’ >.<]
Abbraccio. Di quelli stretti. Di quelli emostatici.
non se la sola nordica. forse tra le più nordiche si però.
testa bionda e occhi viola? sappi che potrei avere reazioni emotive incontrollabili se rileggo questa frase.
ti trasferisci a Modena? mhhhh imprevedibbile sei.
(sorvoliamo sul fatto che sto scrivendo sempre peggio in questi giorni eh.)
e ci vediamo si. che gli abbracci emostatici saranno così forti che lasceranno pure il segno rosso sulla pelle.
(la pizza arrostita. serve almeno un girarrosto. così si corona il nonsense)
Sono arrivata in punta di piedi e, spero non ti dispiacerà, se ti lascio il mio augurio, anche se non ci conosciamo…
…in punta di piedi, esco.
🙂
mafiguriamoci!!!!
per dire questo avrei rotto qualche oggetto infrangibile. fortunatamente ho campo libero intorno. sono poco elegante.
grazie.